935 M ná más...
gracias por el aviso ronalrigan
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A lo mejor alguien sabe porqué, o si hay alguna manera de pasarlo que no se me haya ocurridoNo se puede copiar orestiade.africana.pasolini.VO.dvdrip.mp3.RR: Error de datos (comprobación de redundancia cíclica).
(Sacado de la web de noticias ANSA: http://www.ansa.it/main/notizie/fdg/200 ... 19067.html)PASOLINI: SALO' TORNA IN VERSIONE INTEGRALE A PORDENONE
PORDENONE - Ci sono voluti 30 anni, quanti ne sono passati dalla morte di Pier Paolo Pasolini, per restituire al suo ultimo film, ''Salo' o le 120 giornate di Sodoma'', l' integrita' e la crudezza voluta dal regista per rappresentare - secondo quanto da egli stesso dichiarato in un' intervista - ''la denuncia dell' anarchia del potere e dell' inesistenza della storia''. Il film in versione integrale, restaurato a cura del Centro sperimentale di cinematografia-Cineteca nazionale, sara' proiettato questa sera a Pordenone, nell' Aula Magna del Centro Studi, dopo un' introduzione del poeta e cugino di Pasolini, Nico Naldini, che curo' anche, all' epoca della sua uscita nelle sale, l' ufficio stampa del film, e dello studioso Luciano De Giusti. La proiezione aprira' una serie di celebrazioni in onore di Pasolini, a 30 anni dalla morte, organizzate dall' associazione Cinemazero.
Principale bersaglio della censura dell' epoca furono le scene a sfondo sessuale, usate da Pasolini quale metafora di un potere assoluto e annientante riferita non solo al fascismo, ma anche a quel crollo di valori umani che gli avrebbe fatto seguito e che il poeta aveva saputo percepire al suo nascere. ''Sto facendo 'Le 120 giornate di Sodoma' di De Sade ambientate nella Repubblica di Salo' - aveva spiegato Pasolini in un' intervista al critico Gideon Bachmann, riproposta da Cinemazero - un elemento di ispirazione che mi serve per rievocare la mia esperienza personale in quel periodo. Io stavo all' epoca in Friuli, che allora era stato annesso burocraticamente alla Germania e si chiamava Litorale adriatico. Vi ho passato giornate spaventose - ricordava Pasolini - qui c' e' stata una delle piu' dure lotte partigiane, nella quale e' morto mio fratello, e qui i fascisti erano dei veri e propri sicari''.
''Nel mio film c' e' molto sesso - spiegava ancora il regista - ma il sesso che c' e' nel film e' il sesso tipico di De Sade, che ha una caratteristica sado-masochistica. Questo sesso ha una funzione molto precisa nel mio film, quella di rappresentare cosa fa il potere del corpo umano: l' annullamento della personalita' degli altri, dell' altro. Il sesso ha una grande funzione metaforica, metafora del rapporto tra potere e coloro che a esso sono sottoposti. C' e' una frase in particolare che faccio dire a uno dei personaggi del mio film: 'la' dove tutto e' proibito si ha la possibilita' reale di fare tutto, dove e' permesso solo qualcosa si puo' fare solo quel qualcosa'''.
L' annientamento della dignita' dell' uomo, tuttavia, - avvertiva Pasolini - non viene solo dai poteri forti, ma anche dalla sopraffazione del consumismo. ''L'ansia del consumo e' un' ansia di obbedienza a un ordine non pronunciato - diceva ancora Pasolini - Ognuno in Italia sente l' ansia, degradante, di essere uguale agli altri nel consumare, nell' essere felice, nell' essere libero: perche' questo e' l' ordine che egli inconsciamente ha ricevuto, e a cui deve obbedire, a patto di sentirsi 'diverso'. Mai la diversita' e' stata una colpa cosi' spaventosa come in questo periodo di tolleranza''.
PASOLINI: A ROMA I SUOI FILM DI ANTROPOLOGO E DOCUMENTARISTA
Da 'La rabbia' (1963), il film composto da pezzi di cinegiornale per il quale, disse Pier Paolo Pasolini ''non ho girato un solo fotogramma'', a 'Comizi d'amore', l'inchiesta sulla sessualita' nell'Italia dei primi anni Sessanta: dal 7 al 10 novembre Villa Medici a Roma propone i filmati di 'Pasolini antropologo e documentarista'. Opere che mescolano la cronaca alla poesia, il reportage al saggio, la confessione diaristica e la narrazione: lontane dal tradizionale documentario, sono impostate sul film-inchiesta di Cesare Zavattini e in sintonia con le esperienze piu' recenti di Resnais, Rouch e Gordard.
Oggi visibili grazie al lavoro di conservazione effettuato dalla Cineteca Nazionale, i documentari di Pasolini coniugano riflessione politica e indagine antropologica, proprio come nei suoi film di finzione, e da questi ultimi provengono, fra gli altri, i 'Sopraluoghi in Palestina per il Vangelo secondo Matteo' (1963-1965), 'Toto' al circo - L'aigle' (1965-1966), episodio tagliato di 'Uccellacci e uccellini' e 'La sequenza del fiore di carta' (1968-1969) dal film 'Amore e rabbia' con Ninetto Davoli. In programma anche 'Appunti per un film sull'India' (1967-1968), un'idea nata da una storia indiana raccontata a Pasolini da Elsa Morante in cui un maharajah si offre in pasto a due tigri, 'Le mura di Sana'a' (1970) e un omaggio a Laura Betti l'8 e il 9 novembre, con materiali di repertorio, interviste e il celebre recital 'Una disperata vitalita'' ripreso dal regista Mario Martone.