TRE IPOTESI SULLA MORTE DI GIUSEPPE PINELLI
Scheda tecnica
regia : Elio Petri
attori : Gian M. Volonté, Giancarlo Dettori, Renzo Montagnani e altri
durata : 25 minuti
formato : pellicola 16 mm
http://www.abanet.it/papini/circolo/dark20.html
TRE IPOTESI SULLA MORTE DI GIUSEPPE PINELLI
Scheda tecnica
regia : Elio Petri
attori : Gian M. Volonté, Giancarlo Dettori, Renzo Montagnani e altri
durata : 25 minuti
formato : pellicola 16 mm
En la mula se encuentra también la maravilla de obra teatral “Morte accidentale di un anarchico” de Dario Fo, que denuncia el caso Pinelli:Il 12 dicembre - dichiara Petri a Gili - vi furono gli attentati di Milano e Roma: questi avvenimenti sono una grande chiave per comprendere tutto ciò che è accaduto in Italia dopo questa data. All'indomani del 12 molti fra noi si erano resi conto che ci si trovava in un momento cruciale della storia del paese. Con questo tipo di provocazione, questa strategia della tensione, si era creata la possibilità di un ritorno della destra italiana. Secondo me la strategia della tensione è manovrata e provocata dalla DC. In effetti il centralismo non ha ragione d'essere che in quanto equilibratore, censore e repressore degli estremismi. Stimolando e organizzando l'estremismo di destra, mettendo sullo stesso piano quello di sinistra, il centralismo giustifica la sua ragione d'essere. Nel quadro di un duro e libero affrontarsi fra estremismi, nella affrontarsi reale della classe operaia e della borghesia, il centralismo non si giustifica più... Naturalmente il giorno successivo ai fatti la tendenza repressiva dello stato italiano si manifestò immediatamente: le inchieste seguirono solamente le piste in direzione dell'estrema sinistra. Per reagire avevamo fondato un comitato di cineasti contro la repressione, che raggruppava sia quelli dell'ANAC che dell'AACI. Questo costituì il primo gesto unitario dopo due anni di scissione: sotto lo stesso organismo si riunirono di nuovo molti cineasti italiani, da Visconti a Bellocchio, ovvero tutte le generazioni presenti e attive in quel movimento. Il comitato produsse immediatamente "Documenti su Giuseppe Pinelli" e, benché noi volessimo girare altri film, questa fu l'unica realizzazione fatta in questa condizioni. Il film fu terminato qualche mese dopo, credo nell'estate del '70. Ci dividemmo in cinque gruppi di lavoro. I soli che riuscirono a portare a termine il progetto furono quelli di Nelo Risi e il mio. Gli altri tre raccolsero molto materiale ma non hanno mai raggiunto lo stadio della sintesi (avevamo una quantità di materiale sulla repressione contro i gruppi di sinistra, i marxisti-leninisti, Potere Operaio, Lotta Continua: tutta questa pellicola non è mai stata montata). La parte girata da Nelo Risi concerne esclusivamente Pinelli. E' un'inchiesta autentica sulla sua figura, condotta con l'aiuto di chi l'ha conosciuto, di chi era presente in commissariato durante la sua detenzione. Al contrario, ciò che ho girato io illustra le spiegazioni date dalla polizia per giustificare la sua morte, il "suicidio". Parto da scoperte molto semplici: tentiamo di ricostruire le versioni fornite dalla polizia. Essa ha dato nel medesimo tempo quattro o cinque, o anche sei o sette, versioni della morte. Per il film ne abbiamo preso in considerazione solamente tre, perché le altre erano più infantili, e abbiamo tentato di vedere se, materialmente, queste ipotesi della polizia potevano essere verificate. Per questa ricerca della verità abbiamo preso una piccola stanza come quella del commissario Calabresi, vi abbiamo messo i quattro poliziotti che, secondo le indicazioni della polizia, si trovavano li al momento in cui Pinelli si è gettato dalla finestra: abbiamo scoperto che era materialmente impossibile che un uomo potesse gettarsi dalla finestra in presenza di quattro poliziotti. Non abbiamo però detto che Pinelli era stato gettato giù... Il film era partito da un'idea che sicuramente utilizzerò per altre cose