Le quattro volte (Michelangelo Frammartino, 2010) HD 720p VO

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marlowe62
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Le quattro volte (Michelangelo Frammartino, 2010) HD 720p VO

Mensaje por marlowe62 » Dom 15 Ene, 2012 00:37

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Le quattro volte
(Le quattro volte - Uomo, animale, vegetale, minerale /
The Four Times
)

(Italia-RFA-Suiza, 2010) [Color, m.].
Género: Drama rural, Docudrama / Cine antropológico.
IMDb

Ficha técnica.
Dirección: Michelangelo Frammartino.
Guión: Michelangelo Frammartino.
Fotografía: Andrea Locatelli (Color).
Montaje: Benni Atria, Maurizio Grillo.
Música: Paolo Benvenuti.
Producción: Gregorio Paonessa, Marta Donzelli, Susanne Marian, Philippe Bober, Gabriella Manfre', Elda Guidinetti, Andres Pfaeffli.
Productora: Vivo Film / Essential Filmproduktion / Invisibile Film / Ventura Film / Altamarea Film / Caravan Pass.

Premios:
- 2010, Premios David di Donatello, 3 nominaciones.
- 2010, Cannes Film Festival, Won Label Europa Cinemas ( Michelangelo Frammartino).
Reparto: Giuseppe Fuda (el pastor), Bruno Timpano (un carbonero), Nazareno Timpano (un carbonero).

Sinopsis: Una visión poética de los ciclos de la vida y de la naturaleza, de las tradiciones olvidadas de un lugar fuera del tiempo. Una película de ciencia ficción sin efectos especiales, que acompaña al espectador a un mundo desconocido y mágico, para descubrir el secreto de cuatro vidas misteriosamente entrelazadas entre sí. (FILMAFFINITY)
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"Experimento que sin ser una ficción tampoco es un documental, poesía en imágenes despojada de cualquier aderezo formal, suicida en el apartado comercial (...) un suplicio si no se entra en su dinámica" (Javier Ocaña: Diario El País)
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"Inclasificable y asombrosa película (...) Frammartino conmueve y narra en cada uno de sus planos (...) Puntuación: ***1/2 (sobre 5)" (Sergio F. Pinilla: Cinemanía)
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"Fábula hermosa, trascendente (...) posee impagables momentos de humor (...) Puntuación: **** (sobre 5)" (Nando Salvá: Diario El Periódico)
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Sullo sfondo panoramico della Calabria Jonica si intrecciano quattro episodi, frammenti in realtà di un'unica storia. Quella di un'anima che attraversa in successione quattro vite: un vecchio pastore che vive i suoi ultimi giorni; la nascita e le prime settimane di vita di un capretto fino al primo pascolo; la vita di un abete nel corso delle stagioni; la trasformazione del vecchio abete in carbone attraverso il mestiere dei carbonai. (Cinematografo)
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"Cinque anni: tanti ne sono serviti a Michelangelo Frammartino per girare 'Le quattro volte' in Calabria, sua terra d'origine. (...) Frammartino cita Bresson, Pitagora, De Seta, Straub per illustrare il suo cinema tutt'altro che convenzionale, frutto di studi e sperimentazione, teso a responsabilizzare lo spettatore al quale viene chiesto di compiere uno sforzo." (Gloria Satta, 'Il Messaggero', 17 maggio 2010)

"Fa sorridere che un film italiano, muto e decisamente anticonvenzionale, faccia più chiasso di un 'Draquila'. Ovviamente è un paradosso, ma la copertina di 'Le film français' prima e l'entusiasmo degli applausi dopo l'anteprima di domenica, hanno portato 'Le quattro volte' di Michelangelo Frammartino (...) nella ristretta categoria delle cose migliori del festival. (...) Tra momenti strazianti (l'ultimo fotogramma del capretto), emozionanti (la sua nascita), persino comici (la foga del gregge a causa di un cane monello), sentiamo quest'opera prendere forma con una grazia e una forza sorprendenti e intensi, con un bel lavoro alla macchina da presa - si veda il piano sequenza centrale - e in scrittura. Sarà anche difficile entrare nel film, svestirsi delle abitudini visive e narrative che abbiamo, seguire un tipo di cinema a cui lo spettatore non è abituato e che impone un livello alto di attenzione e disponibilità. Ma poi ti lascia dentro qualcosa di profondo, inspiegabile, dolce. Una presa di contatto con qualcosa che ormai abbiamo dimenticato, il senso profondo ed elementare della vita, forse. Frammartino è un ottimo regista, ma qui c'è qualcosa in più: un fascino inevitabile, racchiuso in quell'invisibile che il cineasta cerca con ostinazione." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 19 maggio 2010)

"Il border collie Vuk ha infatti stravinto la Palm Dog, assegnata ogni anno dalla stampa inglese presente al Festival. Si premiava il migliore tra i cani attori: quelli con il pelo e la coda. Vuk è l'interprete - magistrale - de 'Le quattro volte', la pellicola piena di silenzi, poesia e suggestioni di Michelangelo Frammartino, salutato sulla Croisette come il nuovo Antonioni. Quella che sembra una boutade sull'annullamento delle distanze fra cinofili e cinefili, spiega molto dello stato decadente della nostra settima arte. C'è voluta l'evocazione di un maestro delle stagioni d'oro, e un occhio aperto su una natura surrealista e incantata, per sancire il fallimento di troppo cinema tricolore 'de denuncia'." (Stefano Mannucci, 'Il Tempo', 22 maggio 2010)

"Reduce da Cannes, dov'è stato accolto con meritata attenzione, ecco un singolare documentario senza dialoghi né attori né musica. Può essere liberatorio seguire una capretta bianca, mentre s'arrampica sui costoni d'un paesino calabrese, guardando il cielo, o riposando sotto un abete. Ci penseranno i carbonai a segare quel piacevole rifugio arboreo, trasformandolo in carbone. Riti arcaici e superstizioni d'altri tempi rivivono in questo viaggio dell'anima, dov'è riassunta una tesi pitagorea: nell'uomo convivono quattro regni, compreso quello vegetale." (Cinzia Romani, 'Il Giornale', 28 maggio 2010)

"Prendiamo a prestito una calzante affermazione altrui: Caulonia per Michelangelo Frammartino è come la Monument Valley per John Ford. L'uomo che si eclissa dentro al paesaggio, al luogo, alla terra diventandone oggetto paritario, poi finendo a bordo quadro, infine fuori campo o fuori vista. 'Le quattro volte' spezza i legami con la classicità antropocentrica del cinema occidentale dialogato, ponendo al centro dell'obiettivo, in totale ed ancestrale silenzio (Paolo Benvenuti al suono), il ciclo naturale uomo-animale-vegetale-materia. Il pastore, la capra, l'albero, il carbone di Caulonia, Messandra del Carretto, Serra san Bruno (sudest della Calabria). L'anima trasmigra da un contenitore esteriore all'altro e la regia di Frammartino più che testimoniarne il passaggio, diventa occhio intermediario tra la materia inquadrata e la forma che essa prende nel trasformarsi. Cinema senza protagonisti e protagonismi, rigoroso rispetto al canone estetico di purezza di sguardo, come i primi documentari di Vittorio De Seta o l'asinello Baltbazar di Bresson." (Davide Turrini, 'Liberazione', 28 maggio 2010)

"Dall'ultimo Festival di Cannes arriva invece 'Le quattro volte' di Michelangelo Frammartino che indaga e riflette con la macchina da presa sulla vita umana, vegetale, animale e minerale destinate a compenetrarsi come una cosa sola passando nel ciclo della natura dall'una all'altra attraverso le immagini di un pastore, delle sue pecore, di un albero e del carbone che si ricava dal suo tronco spezzato." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 28 maggio 2010)

"Esce, distribuito dal Luce, il film italiano che ha fatto innamorare Cannes. 'Le quattro volte', presentato alla Quinzaine, è un poemetto visivo sulle 'quattro vite' (umana, animale, vegetale, minerale) che ciascuno di noi ha dentro di sè. Niente dialoghi nè personaggi, solo il ciclo della vita: pastori, greggi, alberi e, a incorniciare tutto, la lavorazione del carbone a legna. Esperienza cinematografica non facile, ma assolutamente insolita. Girato nella Calabria interna, lontanissima dal turismo e dalla ndrangheta." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 28 maggio 2010)
AMG SYNOPSIS: The constant interaction between humans, animals, plants, and the earth is pondered as a physical process as well as a philosophical allegory in this drama from Italian filmmaker Michelangelo Frammartino. An aging shepherd (Giuseppe Fuda) is watching over his herd of goats on a hilltop in a small village in Calabria. The ailing shepherd uses the floor sweepings from a nearby church as a medicine, but the treatment fails him and he dies alone. As he passes, one of his goats gives birth, and the other goats tend to the new member of the flock. While grazing, the young goat is separated from the herd, and as darkness comes it rests under a tree where it is protected from the elements. Before long, the tree falls victim to a handful of lumberjacks, and it's taken into town, where the tree is stripped of its bark, used as part of a village celebration, and eventually turned into charcoal and used as fuel. Le Quattro Volte (aka The Four Times) received its American premiere at the 2010 New York Film Festival. -- Mark Deming
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AMG REVIEW: Michelangelo Frammartino's pseudo-documentary The Four Times (Le Quattro Volte) embodies the latest example of what might be termed "cinematic eclogues" -- highly poetic pastorally themed works that visually meditate on the connection between the land and its people. The parallels to the ancient Roman poems are particularly strong in this instance given the center-stage placement of a contemporary shepherd. We've witnessed a pursuit of comparable Virgilian goals in other recent films -- some triumphant (as in Salvatore Mereu's 2008 Sonetàula) and some unequivocally disastrous (as in Lucien Castaing-Taylor and Ilisa Barbash's 2009 Sweetgrass). Le Quattro Volte falls somewhere in between. It isn't a complete success, but (unlike Sweetgrass) it isn't boring, either -- and it contains a middle passage of such startling emotional power that it does merit some recognition.The entire movie unfolds in the village of Calabria, in south-central Italy. A pre-credit sequence features close-ups of a black domed structure punctured with tiny holes that emits curls of smoke from its pores. We sense that some mysterious geological process is occurring inside, though Frammartino deliberately fails to elaborate -- leaving the image elliptical, mysterious. The director then moves into intimate daily observations of an unnamed aging Calabrian shepherd who routinely leads goat herds and a sheepdog through the nearby countryside in the days just prior to his death.The passages surrounding the shepherd are utterly spellbinding. For ten or 15 minutes, the movie works to hold our attention, yet we quickly settle into its drowsy pace and narrow our gaze to its level of observation. In fact, Frammartino manages to do something excruciatingly difficult that the Hungarian director Béla Tarr has long striven for and so often accomplished: he leads the audience into a uniquely paced mindset -- a gentle pastoral lap -- and we find our perspective unified with that of the shepherd.The film also succeeds beautifully in the passages surrounding the shepherd's death. The animals somehow sense the old man's passing and come to their master's aid. It would be unfair to reveal more here, but the events pull us in and hold us; scenes that might easily grow too cute in other hands (with the anthropomorphization of animals) take on a haunting, almost mythical, resonance. This extends to a subplot that finds a confused and terrified baby goat accidentally separated from the rest of the flock and struggling to find its way home.If the film merely resolved this passage, it would qualify as a satisfying and unusually noble effort. Frammartino has more ambitious concerns on his mind, though. He wants to raise the material to a spiritual level -- to link the old man, the goats, the dog, and the geological process of the prologue in a kind of allegorical meditation on the circle of birth, life, and death, which is why the material ends cyclically with the same image as its opening scene. Although this transition is intellectually commendable, it doesn't deliver on an emotional level. The film merely abandons the baby goat in the forest, and we don't feel eager for some transcendent metaphysical truth; we want to know, very specifically, what happened to the animal, and feel betrayed when the movie doesn't tell us. One can admire Frammartino for attempting to connect the specific and concrete with the lofty and philosophical, but if there is a way to achieve this goal within the context of the events depicted onscreen, he doesn't find it. -- Nathan Southern
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Versión BluRay HD 720p VO 3,28 Gb. mkv.
Publicada en The Pirate Bay.
Enlace:
ed2k linkThe.Four.Times.2010.LiMiTED.720p.BluRay.x264-NODLABS.mkv ed2k link stats

Torrent: The Pirate Bay.

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Subtítulos: no necesarios, la película no contiene diálogos.

Datos técnicos:

Código: Seleccionar todo

Duration .......: 01:28:00
Video Format ...: x264
Video Bitrate ..: 4690kbps
Resolution .....: 1280x688
Frame Rate .....: 23.976fps
Language .......: "Italian" (no dialogs in the movie)
Subs ...........: N/A
Audio ..........: AC3 640kbps
Release size ...: 3360mb
Source .........: Blu-Ray Retail
Capturas:
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Otras versiones en DXC:
Le quattro volte (Michelangelo Frammartino, 2010) BRRip VO

Enlaces relacionados:
Pastori a Orgosolo (Vittorio de Seta, 1958) DVDRip VO
Pastorali (Otar Iosseliani, 1975) DVDRip VOSE

Saludos.

mot
Mensajes: 2281
Registrado: Vie 09 Jun, 2006 23:39

Re: Le quattro volte (Michelangelo Frammartino, 2010) HD 720p VO

Mensaje por mot » Dom 15 Ene, 2012 12:08

Muchísimas gracias.

Godot77
Mensajes: 69
Registrado: Lun 05 Nov, 2018 17:37

Re: Le quattro volte (Michelangelo Frammartino, 2010) HD 720p VO

Mensaje por Godot77 » Vie 09 Nov, 2018 18:40

Veo que, por desgracia, esta curiosa y más que interesante película no tuvo demasiado éxito en el foro y que está sin fuentes en el eMule. Como tengo el mismo archivo de NODLABS que publicó marlowe62 en su día (¡en el 2012!), aprovecho para compartirlo por si alguien quiere descubrir la obra de Frammartino, premiada en el Festival de Cannes del 2010.

Para leer después de haberla visto (yo, al menos, prefiero no saber lo que me puedo encontrar ni leer críticas antes de ver una película):

https://es.paperblog.com/entrevista-con ... te-652087/

https://www.pagina12.com.ar/diario/supl ... 05-19.html

http://cinentransit.com/le-quattro-volte/

joramor
Mensajes: 2017
Registrado: Vie 05 Nov, 2010 19:55

Re: Le quattro volte (Michelangelo Frammartino, 2010) HD 720p VO

Mensaje por joramor » Vie 09 Nov, 2018 23:38

Muchas gracias, Marlowe62. Salu2.